Il tempo passa sulle cose.
Passa e le calpesta con forza.
Ma dopo la ferocia, non resta che una nuova e intangibile delicatezza.
Un profumo quasi, come quando ci si ferma in un giardino perchè raggiunti dall’odore dolce del fiore che ancora non si conosce, da quell’aroma che suona corde della tua anima che mai nessuno aveva toccato. Si vive a testa bassa, ognuno immerso nella corsa sfrenata della propria vita; i supermercati la Domenica, gli uffici che aprono alle 9 il Lunedì, la Tarsu, la Tari, il canone in bolletta, l’affitto aumentato, i cassonetti apribili con la card, le elezioni in Francia, le bombe sulla Siria, le pensioni, le ritenute, le trattenute, i risarcimenti, le gioie, i dolori, gli amori, le affinitá elettive, le malattie, la dieta vegetariana, la carne rossa che fa male, l’acqua inquinata, il buco dell’ozono, le piogge acide, lo scioglimento dei ghiacciai, l’estinzione degli orsi polari. Il primo capello bianco, il secondo, il terzo. La neve candida, che scende sui tetti e sulle strade, sui cuori. Che blocca la vita per un po’, che paralizza il traffico, gli incontri, che costringe le persone a guardarsi dentro. È’ più o meno di questo, che si parla. Ci si accorge di come sarebbe stato bello se si avesse fatto, se non si avesse fatto, si pensa a quanto ancora si potrebbe fare e si spera che alla fine il tempo si dimentichi di noi, almeno per un po’. Che diventi tutt’a un tratto sbadato, disattento.
La guardo.
Penso, come glielo dico ad una creatura così, che di compleanni e di feste ce ne saranno tanti e tanti ancora, di matrimoni, di pranzi noiosi, di cene improvvisate. Come glielo dico che ci saranno tante di quelle Domeniche da averne fin sopra i capelli, che la casa al mare si aprirà per tante di quelle estati ancora che si avrà la pelle più scura e si dovrà addirittura comprare un dondolo nuovo di zecca, tanto quello verde si sarà consumato. E si starà insieme, e non ne avremo mai abbastanza.
Come glielo dico, che presto gli scienziati imbottiglieranno il tempo e lo venderanno in farmacia, che non dovremmo più preoccuparci di nulla, nè dei supermercati, nè della neve.
Come glielo dico.
La accarezzo.
“Che pelle liscia che hai.”

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